Descrizione
«La paura è il segno di un’umile nascita», così recita un detto popolare. E i motti, i proverbi, gli stereotipi del pensiero sono quasi sempre gli schemi culturali semplificati con i quali proviamo a decodificare il mondo che ci circonda. Se questo è vero, alla paura riserviamo una valutazione indubbiamente negativa. È possibile vivere senza aver paura? A cosa serve la paura? Ammesso che abbia una qualche funzione oltre renderci incapaci di agire razionalmente. E se potessimo avere in dono l’opportunità di non aver più paura? È possibile non aver paura di avere paura? Non vergognarsi di tremare, di arrossire, di sudare o di aver voglia di nascondersi? L’autrice risponde a queste e ad altre domande. Il suo percorso parte dalle paure dei bambini e dalle modalità con cui si apprende la paura, passando per le manifestazioni verbali e non verbali, fino ad arrivare a descrivere le “patologie” della paura e i loro effetti nella esistenza dell’uomo.
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